Rivedere a fondo la riforma della scuola, rinviando eventualmente la sua attuazione di un anno. E' quanto chiede al governo e al Parlamento il consiglio provinciale, che si è riunito in forma allargata "per discutere dei temi specifici dell'istruzione e di quanto la rivoluzione alle porte comporterebbe per il territorio pisano, dove gli aspetti negativi superano di gran lunga gli effetti migliorativi", spiega l'assessore provinciale alla pubblica istruzione Miriam Celoni. Al termine della seduta l'assemblea ha approvato un documento in cui sono elencate una serie di richieste che riguardano sia la qualità del sistema dell'istruzione sia le necessità proprie dell'edilizia scolastica: hanno votato a favore i gruppi di maggioranza (Pd, Idv, Sel) e quello di Rc; contrari Pdl e Lega; astensione per l'Udc.
La mozione, dal titolo "Un futuro per la scuola: per una riforma sostenibile", si apre con varie considerazioni che prendono spunto dalla legge finanziaria 2009, che prevede già dal prossimo anno scolastico, per la provincia di Pisa, un taglio di 178 insegnanti e di 91 posti di lavoratore non docente a fronte di un incremento del numero degli alunni. "Questi dati - si legge nel documento - aggravano un quadro sociale già molto pesante, oltre a determinare un preoccupante impatto sulla qualità della didattica: 269 posti in meno vogliono dire classi più numerose, riduzione del tempo pieno e del tempo prolungato, minaccia di ritorno alle pluriclassi nella scuola dell'obbligo in situazioni di comuni piccoli, taglio dei corsi serali".
La mozione approvata evidenzia inoltre la situazione di totale incertezza riguardante gli indirizzi delle scuole superiori, dal momento che "non sono ancora stati pubblicati i decreti attuativi sui licei e sugli istituti tecnici e professionali, nonostante siano ormai aperte le iscrizioni al primo anno e con il nuovo assetto operativo fin dall'anno scolastico 2010-2011, rendendo caotico l'orientamento dei ragazzi e delle famiglie per le iscrizioni". Capitolo a parte quello dell'edilizia scolastica e per la messa in sicurezza degli edifici. "I fondi - si aggiunge - sono assolutamente insufficienti" e la Provincia, per quanto riguarda le superiori, ha speso dai propri bilanci circa 32 milioni di euro nel periodo 2004-2009 su un patrimonio immobiliare ereditato in condizioni difficili (73 fabbricati da gestire per circa 1,4 milioni di mc).
A fronte di queste situazione, il consiglio provinciale chiede al governo e al Parlamento "di rivedere le previsioni di investimento sulla scuola per i prossimi anni; di cancellare le norme introdotte sul maestro unico; di salvaguardare il modello del tempo; di escludere nel modo più assoluto le pluriclassi". Si chiede inoltre "di mantenere l'obbligo scolastico a 16 anni e portare a conclusione le sperimentazioni già avviate per un biennio unitario e orientativo, che consenta di assicurare a tutti i cittadini una base adeguata di conoscenze per rispondere positivamente ai problemi posti da un mondo del lavoro in continua evoluzione; di rifinanziare il fondo per l'edilizia scolastica; di avviare sulla riforma del sistema dei licei e dell'istruzione tecnica e professionale una fase di effettiva consultazione con le autonomie scolastiche, regionali e locali, rimandando se necessario l'attuazione all'anno scolastico 2011-2012".
fonte: http://www.provincia.pisa.it/
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