Il lavoro senza speranza versa nettare in un setaccio.
S. T. Coleridge

martedì 13 aprile 2010

Resoconto del Seminario degli IP Industria e Artigianato

Si è svolto a Firenze il 30 marzo 2010 ore 10 il Seminario degli IP Industria e Artigianato, di interesse generale per molti versi.


O.d.g:
1. Come gestire i nuovi indirizzi recuperando le risorse professionali e il know out esistente?
2. Come non perdere ricchezza professionale nell’offerta formativa?
3. Come utilizzare le possibilità offerte dalle “curvature” e dalle opzioni?
Scambiarsi buone pratiche e buone idee!

Coordinatori i membri del Consiglio di Amministrazione CIPAT:
Mariangela Chiapparelli (dirigente IPSIA Fascetti Pisa);
Daniela Giovannini (dirigente IPSIA L.da Vinci – Arcidosso/GR)

Istituti presenti:
IIS “Da Vinci” FIRENZE
IIS “Foresi Brignetti” PORTOFERRAIO (LI)
IPSIA “Giorgi” LUCCA
IIS Sismondi PESCIA (PT)
IIS “ da Vinci” ARCIDOSSO (GR)
IPSIA “FASCETTI” PISA

Ha inviato il format compilato: IIS “Barsanti” MASSA

Presenti, oltre ai d.s. Chiapparelli e Giovannini, coordinatori del Seminario su IPSIA, il Presidente del CIPAT Mauro Di Grazia e il Presidente del Comitato tecnico-scientifico G. Italiano

Relativamente al p. 1 all’Odg introducono Di Grazia e Chiapparelli facendo il punto della situazione su criticità per tutti evidenti, anche dalla lettura dei moduli compilati, relativamente a nuovo ordinamento, quadri orario, tagli agli organici:
1. i regolamenti non sono ancora in Gazzetta Ufficiale e, soprattutto, la perdurante mancanza di linee guida, di precise indicazioni su riduzioni orarie in seconda e terza, di indicazioni su classi di concorso da applicare alle discipline prima delle ridefinizione delle stesse annunciata per il prossimo anno, ecc.;
2. la confluenza dei 4 corsi tradizionali IPSIA Meccanico-Termico-Elettrico-Elttronico su Indirizzo unico di Manutenzione e assistenza tecnica ha fatto perdere per assurdo l’indirizzo Industria e Artigianato agli istituti che non avevano indirizzi atipici;
3. con la riforma a regime:
a. dimezzeranno le cattedre degli ITP su corso. Dal prossimo anno ogni prima perderà 5 ore di compresenza su Tecnica professionale, 1 su Fisica (se sarà lasciata a ITP di indirizzo); 1 ora su esercitazioni pratiche; complessive - 7 ogni prima (-6 di copresenza + -1 di Esercitazioni) Speriamo di poterne recuperare su copresenze di Chimica;
b. contrazione forte anche su Fisica: da 9 (3h. per I-II-III) ore a 4 ore (2h.x I-II) sull’intero corso; -1 per ogni classe prima a.s. 2010-11;
c. contrazione anche su cattedre degli ingegneri A020-AO34-AO35; nel biennio passaggio da 7 ore di Tecnica professionale a 3 di Tecnologie e tecniche di rappresentazione grafica (pare stessa classe).Sarà possibile assegnare loro le 2 ore di TIC? (probabile sì per Elettronici, forse Elettrici, ma gli altri?); da -4 a -2 ore ogni classe prima a.s.2010-11;
d. contrazione di 1/3 su Scienze (da 6 a 4 ore per corso); -1 per ogni prima a.s.2010-11;
e. Italiano -1 su corso a regime (da 21 a 20); - 1 per ogni prima a.s.2010-11;
f. Chimica + 4 su corso (negli istituti con Odontotecnici potrebbero compensare, a ordinamento, perdite in Chimica e Scienza dei materiali) Se le indicazioni che attendiamo saranno coerenti Chimica nel biennio dovrebbe assomigliare più a una sorta di Scienza dei materiali

I tagli di organico risultano evidenti fin dal prossimo anno (sembra certa l’impossibilità di ricorrere a organico funzionale a qualsiasi livello) con impoverimento dell’offerta formativa relativa ai laboratori e all’attività pratico-manuale tipica degli Ipsia, in scuole destinate a utenti spesso problematici dal punto di vista scolastico e sociale che si avvicinano ai corsi professionali proprio per le loro caratteristiche di percorsi corti e orientati all’acquisizione di competenze pratiche.

Si passa quindi all’esame del punto 2 all’Odg con diffusi interventi da parte dei presenti, che riferiscono le scelte fatte dai diversi istituti relativamente alle domande di iscrizione alle classi prime. La maggioranza dei dirigenti ha utilizzato la possibilità offerta dall’attuale non presenza in Toscana del regime di sussidiarietà per proporre il diploma triennale. Vengono delineate tre scelte che possono integrarsi; a) la possibilità di usare la riforma per potenziarne la novità, mantenendo e promuovendo l’unitarietà dell’indirizzo; b) orientarsi per ora sull’ordinamento previgente cercando di valorizzare le aree di innovazione nel patrimonio di alcune scuole (maccatronica, telecomunicazioni, robotica..); c) riproporre le vecchie qualifiche con quadro orario nuovo, che è la scelta intrapresa dai più.
Come integrare però l’offerta formativa? In teoria usando l’autonomia del 20% e le previste quote di flessibilità; in pratica strada ad oggi difficilmente percorribile per mancanza di adeguati finanziamenti atti a coprire il necessario organico aggiuntivo e perché mancano ancora, dal Ministero, curvature e opzioni realizzabili. Altra possibilità per l’immediato: ricorrere a Regione per finanziare eventuali oneri aggiuntivi.
Scelta difficilmente proponibile a regime corrente (v. documento dell’assessore Simoncini del 16 marzo u.s., pag.2, punto 4, dove si accenna solo ad eventuali finanziamenti per l’a.s. 2011-12).
L’Ipsia di Pescia segnala che, usando l’autonomia didattico-organizzativa, sta lavorando per incrementare l’offerta formativa attraverso una ridefinizione dell’orario che, ponendo moduli orario della durata di 48’, permetta alle prime di avere un numero maggiore di moduli professionali senza oneri aggiuntivi.
All’interno del seminario si parla diffusamente del rapporto istruzione e formazione professionale in Toscana, da cui dipenderà in parte il futuro delle nostre scuole. Si ritiene unanimamente che il Consorzio Cipat, in questa delicata fase di incertezza e di costruzione di un nuovo sistema, possa farsi interprete e interlocutore privilegiato nei confronti dell’Amministrazione Regionale. Probabilmente solo per il prossimo a.s. l’inesistenza in Toscana di un accordo Stato-Regione permetterà di offrire l’iscrizione per i diplomi di qualifica triennale secondo il previgente ordinamento.
E’ necessaria quindi una politica comune, ragionata e non precipitosa di tutti gli IPSIA del Consorzio nei confronti della Regione perché sia definita una visione comune. Una visione di sistema che potrebbe prevedere:
- la bontà della scelta di una via toscana sinora intrapresa ( difesa dell’obbligo nella scuola per 10 anni) e da consolidare;
- l’attribuzione di diploma “corto” di istruzione e formazione professionale a sostituire le qualifiche previgenti per rispondere a richieste diffuse della nostra utenza (preferibile il triennale al quadriennale)
- la centralità degli istituti professionali esistenti (da soli e/o con agenzie formative private e/o aziende) come sedi dei percorsi di formazione professionale in età di obbligo formativo (dai 16 ai 18 anni) viste le criticità esistenti, anche per non disperdere professionalità, ridurre la contrazione dei posti di lavoro nell’istruzione locale, utilizzare laboratori e strutture pubbliche esistenti (che sono nelle scuole);
- l’attribuzione del diploma quinquennale dell’istruzione nazionale.
Quindi un sistema per gradi, in cui possano convivere i due canali dell’istruzione e della formazione. In questo sistema saranno cruciali i temi dell’adeguamento qualifiche e diplomi alle qualifiche europee, della programmazione per moduli e della valutazione per competenze, della definizione di un comune quadro di certificazioni.
L’incontro termina alla 13. 15 con l’impegno dei soci ad aggiornarsi frequentemente utilizzando la rete Cipat.

A cura di Mariangela Chiapparelli, CdA CIPAT

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